lunedì 11 giugno 2012

Nanga Resort - La calma dopo la tempesta

Per la seconda volta in un anno e per la seconda volta in questo blog mi trovo a dover raccontare una mia nottata insonne al lume della tempesta.
Martedì partiamo da Perth alla volta del Nord. Prima tappa: Cervantes, The Pinnacles.
Il tempo non è dei migliori ma ci regala una mezza giornata di sole, necessaria per visitare il Nambung National Park. Posto veramente carino e suggestivo.
Da Cervantes ci siamo diretti a Jurien Bay ma il tempo non è stata dalla nostra e ci siamo rifiugiati in un caravan park dove abbiamo assistito a un concerto Coutry della star del posto. Da qui su verso Geraldton, cittadina veramente bellissima, fino ad arrivare in area di sosta vicino Kalbarri Nation Park. Il giorno successivo, appunto, Kalbarri National Park, nelle solo poche ore di non pioggia, mentre il cielo rimaneva grigio senza apparenti fratture di sereno, senza un orizzonte definito, segnale forse di ciò che ci aspettava.
Purtroppo non abbiamo potuto visitare tutte le gole del parco a causa della pioggia che aveva reso impraticabili alcune strade.

Costretti dunque ora dalla situazione metereologica, siamo stati costretti a prendere una decisione optando di non guidare molto e fermarsi per aspettare una situazione migliore. Scegliamo un'area di sosta dell' highway un pò particolare. Era una area dove erano presenti dei tank per l' acqua e a tal scopo sopra esiste una copertura di acciaio, ottima per la nostra protezione e per il nostro camping improvisato. Sistemiamo le macchine sotto per avere una maggiore copertura e decidiamo di aspettare il giorno seguente.
La notte fu l' inferno. La pioggia cadeva a secchiate, e in qualche modo riusciva ad entrare anche sotto la struttura. Il vento incalzava il suo soffio per poi smettere 10 minuti e riprendere più forte. Alle 9 stavamo dentro le macchine senza alternative. Per tutta la notte nulla di tutto ciò cessò, neppure per un ora. Nessuno è riuscito a dormire e a Paola è entrata l'acqua nel letto.
Risultato: La mattina alle 7 stavamo in piedi fuori per decidere delle nostre sorti; Paola sull' orlo di una crisi di nervi dalla paura e disperazione, Sofia impaurita e io che cercavo di tenere su il morale.
Non lo neghiamo. Tutti noi abbiamo avuto il pensiero di prendere su e tornarcene a casa.
Eravamo arrivati al peggio, ma decidiamo di incalzare i motori e muoverci ancora verso nord, verso Shark Bay.
La vita è un continuo gioco di equilibri. Le nostre vite quei giorni giocavano uno strano gioco. Erano partite salde nella gioia del viaggio e dell' avventura, e si sono trovate ad acchiappare aria per non cadere dal cresta mentale che separava il baratro della demoralizzazione e lo sconforto della paura. La linea di terra della speranza sulla quale si stava camminando era veramente sottile, ma stavamo ancora con i piedi saldi, eravamo, paradossalmente, ancora vivi, e non potevamo mollare il giorno seguente, ci credevamo.
Con il sole che timido ci scaldava siamo arrivati qui, da dove vi scrivo ora, a Nanga. Decisi di spendere ciò che serviva per passare due notti tranquille pronti a qualsiasi situazione metereologica. Arrivati dunque in questo resort chiediamo per una casetta, che chiamano cabin. Il posto è deserto, saremo in 20 persone in tutto il campeggio, è completamente isolato dal mondo tralasciando questo piccolo spot wifi, e forse la bassa stagione o la nostra aria da disperati, ci ha fatto ottenere questa piccola casetta per 50$ a notte in 3! La cosa più bella è stata che noi non abbiamo chiesto sconti e il proprietario ci dice: "Solo per voi al posto 165$ a notte vi faccio 50$."
Un paradiso! a 100m dalla spiaggia, e con la piscina d'acqua "termale" calda con idromassaggio!

Alla fine la vita ci ha dato il premio per aver resistito e non aver mollato, e noi ne siamo infinitamente grati.
Un abbraccio,
                     Zyggy

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