martedì 15 novembre 2011

Perth: The life that you have to know

Come promesso in uno negli scorsi post vi parlo di Perth, di quello che ho imparato in questi 20 giorni, di quello che ho visto, e magari un pò di quello che si dice qui.

Per chi arriva a Perth dall'Italia  si trova immerso in un mondo diverso. Strano. Ho già avuto modo di chiarire che Perth è la regina della stranezza, e a detta di chi è stato altrove qui in DownUnder è la città con più persone strane di tutta l'Australia, ma andiamo un pò nel dettaglio.
La prima cosa contro la quale ogni occidentale deve scontrarsi, inglesi a parte, sono le strade, la guida, e le macchine. Tutto è rovescio proprio come in UK. Se si va in ferie per 5 giorni a Londra può sembrare anche simpatico con le scrittine da leggere nell'asfalto "LOOK LEFT" or "LOOK RIGHT". Quasi come un gioco. Leggi, magari sorridendo, guardi a destra, guardi a sinistra e attraversi la strada. Se sei un turista asiatico puoi anche fare una foto alle scritte, sarebbe infondo parte della tua indole! Ma qui in australia o quantomeno a Perth non ci sono scritte. Non ci sono passaggi pedonali senza semaforo, e soprattutto se arriva una macchina non attraversare sperando che si fermi come in Italia, qui non si fermeranno mai! Per prinicipio se non altro.
L'occidentale medio, scegliendo al 70% un ostello situato in Northbridge, dovrà scontrarsi con una quantità di asiatici indefinita. Se si cammina lungo le strade si troveranno quasi solo negozi asiatici con scritte in cinese, giapponese, thailandese e koreano, mentre su un campione di 100 persone, 70 asiatici delle più svariate sfumature, 20 backpackers, 6 australiani, e 4 aborigeni. Ah, Aborigeni. Ecco un altro punto.
Preparatevi agli aborigeni. Io pensavo che potesse essere molto bello vedere i nativi Aussie, magari provare anche a chiaccherarci insieme per sentire narrare storie di come fosse un anni fa questa città, di come vivessero nel deserto e quali rituali speciali fossero ancora in grado di compiere fottendosene della civiltà evulta. Ma mi sbagliavo. Se vedo un aborigeno ora per strada gli passo distante, cerco di non incontrare il suo sguardo e soprattutto non rivolgergli la parola. Solo una volta scendono la scala che porta da Horseshoe Bridge a Welligton St. urtai per errore contro uno di essi. Mi voltai subito per il solito "Sorry man" e lui si giro mi guardo. Aveva due occhi azzurri come il cielo australiano. Azzurri come l'oceano. Io non ho mai visto occhi così azzurri e belli. Mi guardo per un attimo con lo sguardo fermo e poi mi sorrise mi allungo la mano per ricevere una stretta all'americana, e mi disse "Don't worry, mate". Gli strissi la mano sorridendo e poi via per la mia strada. Ora dopo avere ascoltato tante storie di tante persone posso sentirmi fortunato a non aver ricevuto uno sputo, o uno spintone. Solitamente sono molesti, parecchio, soprattutto le donne. E anche a proposito di una di esse o un anedoto.
Una sera vagavamo senza meta in cerca di un bottle shop dove comprare un birra. - Piccola annotazione: In AU non vendono le birre ovunque, soprattutto non le trovate al supermarket, ma solo nei bottleshop - Avendo trovato chiuso quello vicino l'ostello, pochi passi dopo, ci imbattemmo in questa signora aborigena, sulla 40ina, in stato interessante. Lei ci chiese se cercavamo un bottleshop e si propose di guidarci verso uno di aperto. Nella camminata scoprimmo che aveva 5 figli e che stava cercando di scappare dalla città perchè qui veniva picchiata. E tra una "ciacola e che altra" mi rifilò in mano 4 monete da due dollari chiedendomi di comprarle due birre anche per lei. Non ci trattò ale, anzi ci diede anche un abbraccio infine per ringraziamento. Lì capimmo che puzzava molto e poco dopo che gli aborigeni non possono acquistare alcolici e che forse il suo trattamento di bontà ci fu dato per averle fatto un grosso favore.
A Francesco però, ragazzo conosciuto qui, andò peggio, quando, dovendo offrire una sigaretta a una di loro, la sigaretta scivolò, bruciandola, nella mano di lei. Dopo le imprecazioni di routine ci fu un bel sputo addosso.
Insomma ora sappiamo che va così, basta stare attenti. Anche gli Aussie ubriachi possono essere molesti, ma per mia esperienza cercano più che altro la chiacchierata così su cazzate e poi se ne vanno.
Ultimo ma non minor punto, il backpackers medio deve scontrarsi con i prezzi non proprio economici che ci sono qui. Una birra al bar può costare dagl' 8 ai 20 dollari, e un pacchetto di sigarette dai 18$ in su.
Se si fa la spesa da Woolworths o da Coles si riesce a non spendere moltissimo. Comprando del pane da toast per la colazione, della carne, pasta, pomodoro, verdura varia, un succo di frutta, e poco altro si riesce (per noi che siamo un coppia) a spendere attorno ai 70 massimo 80$ a settimana. Il che non è poi esageratamente tanto.


La città è molto bella e poco distante da qui ci sono spiagge deserto parchi ecc ecc. Se vi piace la natura e la comodità mi sembra fatta per voi. Si vedono pappagalli colorati volarti in testa, corvi osvunque, nello Swan River sembrano esserci anche i delfini.
L'atmosfera è molto rilassata, e i trasforti molto efficenti anche se costosi. Conviene farsi la PerthTrasportCard al costo di 20$: 10$ di tessera e 10$di carica.
Per telefonare se si sta in città vedete voi quale vi conviene di più. Io al momento ho fatto vodafone: 30$ al mese e ho 450$ di chiamate verso tutti, 500MB di traffico internet, accesso illimitato ai social network, e messaggi gratis verso tutti in australia. Ottimo! Se però poi in futuro, come spero di fare io, vi vorrete muovere nell'outback, dovrete passare a Telstra per forza.
Bene ora vi lascio, che andiamo a bere il caffè da Pajeco. Se siete italiani, e venite a Perth, avrete anche voi prima o poi come luogo di riferitmento e ritrovo Pajeco davanti la State Library.




Un abbraccio,
                    Zyggy

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